Parliamo ora di uno dei uomini più enigmatici e misteriosi del '700: Giuseppe Balsamo, meglio conosciuto come Alessandro Conte di Cagliostro.
Nato a Palermo il 2 giugno 1795, figlio di Pietro Balsamo, un venditore di stoffe Palermitano, Cagliostro fu alchimista, esoterista e avventuriero italiano.
Fu un personaggio misterioso, come molti che vissero nel '700 e che girarono nelle varie corti europee.
Fu un personaggio scomodo, di intelligenza straordinaria: la sua leggenda narra di poteri occulti e guarigioni straordinarie; si dice anche che Cagliostro fosse anche mago e indovino e avesse il dono della preveggenza.
La sua fama è anche legata ai suoi brogli.
Cagliostro travalicò gli schemi, osò ciò che le persone comuni non osano, mise in discussione le regole sociali e gli status della classe dominante dell'epoca.
La biografia di Giuseppe Balsamo è ancora fonte di grande discussione: tante sono le contraddizioni intorno a questo uomo "fuori tempo".
Nel secolo dei "Lumi", Cagliostro propose il mondo dell'occulto e dell'ignoto.
Si dichiarava libero nel corpo e nella mente, un uomo che non apparteneva a nessuna epoca e la cui saggezza risiedeva nell'antica tradizione egizia.
Secondo Cagliostro era l'antico Egitto la culla di tutte le scienze e di tutte le religioni.
La vera vita di Giuseppe Balsamo comincia nel 1966, all'età di 23 anni, quando approda a Malta: lui già conosce tutta la storia dell'Ordine dei cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme, dalla nascita in Palestina nel 1113 fino alla consacrazione nell'isola del 1530.
Il suo maestro spirituale è Manolo Pinto de Fonseca da cui impara la contemplazione filosofica e l'alchimia.
Dopo due anni viene ritenuto sufficientemente illuminato e maturo da essere ammesso all'ordine.
Come coronamento alla "nuova vita" Giuseppe Balsamo può sceglirsi un nuovo nome e a 25 anni, nella cappella di S. Giovanni egli diviene il Conte di Cagliostro, con il triplice cavalierato di templare, maltese e rosacrociano.
Lasciata Malta, Cagliostro si trasferisce a Roma dove riprende la sua attività di disegnatore e conosce la sua futura moglie, la bellissima Lorenza Feliciani: si sposano il 20 aprile 1768 nella Chiesa di S. Salvatore. Lei ha 15 anni.
I due sposi vivono una vita scapigliata e si mettono spesso nei guai, girando in varie città.
Da Roma si trasferiscono a Loreto, presso Ancona, dove rimangono senza soldi: Cagliostro prosegue il suo viaggio iniziatico affrontando diverse difficoltà.
Insieme alla compagna viaggiano fino a S.Giacomo di Compostela, poi a Barcellona, Madrid, Lisbona e ad ogni sosta appare un amante di Lorenza.
Nel 1771 Cagliostro viene attratto dall'ideologia massonica esistente in Inghilterra e nonostante le difficoltà economiche si trasferisce nell'isola britannica.
Nel 1772 la coppia di sposta in Francia, dove la moglie si innamora di un avvocato di nome Duplessis.
Nel 1775 marito e moglie di dirigono verso Napoli dove conducono una vita altolocata sotto il nome falso dei marchesi Pellegrini: Cagliostro dà lezioni di chimica, presiede lezioni di magia e vende un'acqua miracolosa.
Nel 1776 la coppia torna in Inghilterra, a Londra, dove in Witcomb Street, Giuseppe allestisce un laboratorio di alchimia con l'aiuto del suo segretario e interprete Domenico Aurelio Vitellini.
Cagliostro millanta di conoscere il segreto per la fabbricazione dell'oro, ma la fama che porta più gente presso la sua abitazione è quella di indovino e chiaroveggente: pare soprattutto che egli fosse molto abile nell'indovinare i numeri del lotto.
Dopo essere stato incastrato da un'ambigua coppia, William Scott e Mary Fray, per il presunto furto di una collana e condannato con un'iniqua sentenza che lo scostringe ad un mese di carcere, nel 1977 Cagliostro entra nella Massoneria.
Cagliostro cambia anche il nome della moglie: lei si chiamerà Serafina.
Cagliostro girò per mezza Europa imparando sempre più cose e affinando le sue doti soprannaturali.
Nel 1780 si volge verso la Russia, ma la zarina Caterina II non vuole ammetterlo alla sua presenza e i nobili di corte lo coprono di ingiurie e calunnie: non mancando comunque i seguaci, fra cui il generale Melissino, il senatore Yelagin e addirittura il principe Potemkin.
Con loro partecipa a sedute spiritiche e fa importanti esperimenti di alchimia; si prodiga inoltre alla cura di malati senza pretendere e soldi.
Il suo operato suscita l'invidia dei medici per il fatto che alcuni malati considerati incurabili trovano una miracolosa guarigione.
Si trasferisce in Polonia e nel 1780 si reca in Francia a Strasburgo, un centro di cultura, aperto a nuove idee, luogo giusto per propagare le sue idee.
Il capo spirituale della città è il principe, vescovo Louis René del Rohan, personaggio singolare fuori dagli schemi e ricchissimo, con cui Cagliostro stringe un'amicizia che gli reca molti benefici.
La sua fama di guaritore cresce in modo incredibile: Caglistro compie veri e propri prodigi.
La sua è una medicina alternativa basata su misture di erbe e soprattutto sulla psicologia: Cagliostro intuisce che il segreto della guarigione risiede principalmente nella mente.
Nel 1785 Cagliostro è a Parigi come guaritore di corte al posto di Mesmer ed è famosissimo.
Il popolo, la borghesia, i nobili, tutti smaniavano per conoscerlo spingendosi fino al fanatismo. Veniva chiamato " Divino Cagliostro "
Luigi XVI, dichiarava colpevole di lesa maestà chiunque facesse ingiuria a Cagliostro.
In Francia il nostro aderisce alla Massoneria: a Bordeaux Cagliostro fonda la Massoneria Egizia assumendo il titolo di Gran Cofto e accettando - in contrasto con la tradizione massonica anglosassone- la presenza di donne alla cerimonia.
Ma all'apice della sua fortuna, arriva il primo tracollo: viene accusato di aver rubato la collana della Regina di Francia: viene rinchiuso nella Bastiglia per nove mesi e fu costretto a lasciare la Francia e a trovare rifugio in Inghilterra.
Venne gettato discredito su di lui.
Inizia un peregrinare dall'Olanda alla Renania, alla Svizzera dove viene accolto bene. Nonostante ciò decide di rientrare in Italia e si reca a Genova, dove in veste di rappresentante della Loggia del Grande Oriente di Parigi presenzia alle sedute massoniche.
Cagliostro vuole soprattutto una cosa: il benestare della Chiesa.
Si mette in contatto con diversi prelati, tra cui il vescovo di Trento, che scrive una lettera di presentazione al Cardinale Boncompagni.
Il 27 maggio del 1789 Cagliostro arriva a Roma, con l'idea di farsi ricevere in Vaticano, affinchè la sua Massoneria diventi cattolica e riconosciuta ufficialmente dal Papa.
Gli viene negata udienza a allora e allora il suo atteggiamento diventa provocatorio: aumenta la tenuta della logge, distribuisce copie del suo rituale a fa sfoggio dei suoi poteri occulti, attirando la nobiltà romana come mosche.
Il 27 dicembre, denunciato dalla moglie Serafina, viene arrestato e rinchiuso nella fortezza di Castel Sant'Angelo, in una cella buia e angusta.
La Santa Inquisizione lo accusa di eresia , di praticare la negromanzia, di aver formato società e conventicole e soprattutto lo condanna a morte per la sua attività massonica.
Stremato dalle torture della Santa Inquisizione dopo un anno e mezzo Caglistro confessa le sue colpe e ascolta la sentenza di Sua Santità Pio VI.
La condanna a morte viene commutata nel carcere.
Da Roma Cagliostro viene trasferito nella fortezza di San Leo a nord della provincia di Pesaro e Urbino, il 20 aprile 1791.
Le autorità ecclesiastiche raccomandano ai secondini la massima cautela nel trattare con Cagliostro, del quale si teme la fuga attraverso le sue arti magiche o per l'intervento dei suoi amici massoni.
Inizialmente viene rinchiuso nella cella del pozzetto, priva di ogni suppellettile e con condizioni igieniche pessime: non presentava aperture e il cibo veniva calato da una botola nel soffitto.
Nella notte tra il 25 e il 26 agosto Caglistro muore un anno dopo Serafina.