venerdì 4 febbraio 2011

Il Sogno di Ossian - Jean-Auguste-Dominique Ingres - 1813 - Le Rêve d'Ossian - The Dream of Ossian - (Dal Quirinale di Roma al...) Musée Ingres, Montauban



Jean-Auguste Ingres
IL SOGNO DI OSSIAN (1813)
Olio su tela cm. 348 x 275
Musée Ingres – Montauban


Il Sogno di Ossian (orig. Le Rêve d'Ossian) è considerato uno dei quadri più emblematici del pittore francese Jean-Auguste Ingres Montauban (29 agosto 1780 – Parigi, 14 gennaio 1867).
Ossian è il nome di un bardo leggendario dell'antica Scozia, figlio del guerriero Finn Mac Cumhaill e della poetessa Sadhbh.
Un bardo è un antico poeta o cantore di imprese epiche presso i popoli celtici.
La sua vicenda letteraria esplode quando il poeta scozzese James MacPherson (1736-1796) scrisse "I Canti di Ossian": MacPherson finse di aver tradotto fedelmente le poesie originali di Ossian, mentre invece inventò dei canti di sana pianta.
Il dipinto di Jean-Auguste Ingres trae dunque spunto da "I Canti di Ossian", uno dei bluff letterari più famosi della storia, che comunque ebbe un successo incredibile in Europa, appassionando anche Napoleone: fu proprio il Bonaparte a commissionare ad Ingres questa tela, per la propria camera da letto nel Palazzo del Quirinale a Roma.

Nel quadro troviamo il vecchio Ossian in cima al monte Cromla, dove si svolge lascena del poema: egli, addormentato, è chinato sulla lira che accompagna i canti dedicati ai compagni d'arme ed ai figli morti.
L'osservatore ha l'impressione di osservare la scena dal basso.
Ossian è stanco, solo, avvolto nella nostalgia e nei ricordi; alle sue spalle si materializzano, accalcati sulle nubi, i suoi cari.
In primo piano, coperto dalla sua armatura, appare il padre Fingal; sullo sfondo suo figlio Oscar, ucciso a tradimento, che abbraccia la moglie Malvinia.
Il lamento dei morti è accompagnato dalla melodia delle lire suonate dalle giovani figlie del Re delle nevi.
Ingres distingue il mondo terreno da quello ultraterreno attraverso la scelta dei colori: il mondo terreno è riconoscibile grazie all’adozione di toni cromatici caldi, quello ultraterreno, popolato dai defunti, per i toni freddi.
Avanza una folla bianca, composta da diversi individui: gli eroi pronti allabattaglia, le donne meste e rassegnate.
Al centro figura il Re delle Nevi.

L'esperienza italiana di Ingres e lo studio dei manieristi toscani ha influenzato sicuramente l'opera, in particolare per la sua bellezza formale e per quanto riguarda la sensualità delle figure femminili.
Ingres dipingeva con colori piatti, scialbi e privi di vivacità e questa era la chiave della perfezione di cui era capace.
Le caratteristiche delle sua pittura si notano, ad esempio, dal contrasto dalle figure bianchissime, marmoree, in pose classiche, che emergono dallo sfondo scurissimo.
Le tenebre di sfondo, e la luce bianca che ne emerge, danno ancora di più delle sembianze oniriche alle figure posizionate sulle nuvole: è il sogno, sono i ricordi, del vecchio Ossian.
In origine il quandro era rettangolare; quando il pittore lo acquistò nel 1835, decise di trasformarlo in una composizione ovale e chiede a Raymond Balze di cominciare i ritocchi: ma essi non sarammo mai completati, e Ingres nel 1867 lasciò il dipinto al futuro Museo di Montauban.

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