mercoledì 26 novembre 2008

la mia casa e la mia strada - Kahlil Gibran


Mi dice la mia casa:

"Non abbandonarmi, il tuo passato è qui".
Mi dice la mia strada:
"Vieni, seguimi, sono il tuo futuro".
E io dico alla mia casa e alla mia strada:
"Non ho passato, non ho futuro.
Se resto qui, c'è un andare nel mio restare;
se vado là c'è un restare nel mio andare.
Solo l'amore e la morte cambiano ogni cosa".


Kahlil Gibran

martedì 18 novembre 2008

lentamente muore


Cogliendo lo spunto dell'inesauribile Ester, pubblico nuovamente, un anno dopo, la straordinaria poesia di Pablo Neruda, "Lentamente muore", una delle mie preferite e che maggiormente rispecchia il mio pensiero
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LENTAMENTE MUORE

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

(P. Neruda)

venerdì 14 novembre 2008

Roma Imperiale in 3D

Avete mai sognato di tornare indietro nel tempo, nella Roma Imperiale? Visitare i colonnati del Colosseo e magari fare una corsetta tonificante all'interno del Circo Massimo dell'epoca dell'imperatore Costantino?
Grazie a Google Earth oggi è possibile!
Michael T. Jones, cofondatore di Google, è giunto nella Capitale per la presentazione di Roma Antica, la più imponente simulazione architettonico-urbanistica in 3D di edifici storici.
E' la proiezione di una mappa interattiva che ricostruisce nei dettagli 6.700 edifici della Roma Imperiale Costantiniana del 320 d.c, visitabile anche all'interno.
Per l'Italia sono stati poi inseriti alcuni filmati tratti dall'archivio Rai e visualizzabili su:
www.youtube.it/romaantica.
La ricostruzione è in parte ispirata al plastico realizzato a metà '900 dall'architetto Italo Gismondi e conservato al Museo della Civiltà Romana.
Riprodurre la grandezza di Roma Antica ha comportato 11 anni di lavoro, da parte del gruppo guidato dal professor Bernard Fisher presso l'Università della California (progetto Roma Reborn).
Il tutto è anche frutto della collaborazione del Comune di Roma con Google: lo strumento virtuale rappresenta sicuramente una nuova frontiera della comunicazione ed un forte mezzo di promozione della Capitale e di supporto per il turismo.

Per visualizzare il layer in 3D è necessario installare Google Earth sul pc (scaricabile gratuitamente all'indirizzo

http://earth.google.it), cliccare sul livello "Roma Antica in 3d",
nella cartella "Galleria" sul pannello a sinistra dell'interfaccia di Google Earth.Il progetto è disponibile a chiunque ed è personalizzabile con proprie foto, filmati ed informazioni aggiuntive.

martedì 11 novembre 2008

non dimenticare mai...

Non dimenticare mai, che esistono quattro cose nella vita a cui non c'è rimedio:

La pietra, dopo che è lanciata;

La parola, dopo che è proferita;

L'occasione, dopo che è persa;

Il tempo, dopo che è passato.

giovedì 6 novembre 2008

Barack Obama Usa President

Barack Obama, il candidato del Partito Democratico alla Presidenza, ha vinto le elezioni presidenziali americane del 4 novembre ottenendo un numero di "grandi elettori" tale da permettergli di insediarsi in qualità di 44° Presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio 2009, dopo il giuramento.
L'ex senatore dell'Illinois ha battuto il candidato repubblicano John McCain, da cui ha ricevuto anche le congratulazioni, conquistando 349 voti elettorali contro i 163 del suo avversario (270 è il numero necessario per essere eletti).
Obama ha prevalso anche nel voto popolare ottenendo 63.497.950 voti (52%) contro i 56.145.889 voti di McCain (46%).
Chicago ha fatto festa per una notte intera.
Obama ha vinto in Stati di tradizione repubblicana come l'Indiana e la Virginia, dove un democratico non vinceva da 44 anni, ma anche nell'Ohio e nella Florida dove Bush si era affermato nel 2000 e nel 2004 sconfiggendo Al Gore e John Kerry.
E' stata la vittoria di internet, del mondo dei forum e dei blog: ormai famosissimo lo slogan che ha guidato Obama in questa campagna elettorale: "Yes we can" , trasformatosi in "yes we did!".
Nato il 4 agosto 1961, Obama è stato senatore junior per l'Illinois, ed è attualmente l'unico senatore non bianco.

E' nato negli U.S.A da padre nero del Kenia e da madre bianca del Kansas.
Candidatosi ufficialmente per le elezioni presidenziali il 10 febbraio 2007, Obama ha affrontato un lungo testa a testa con l'altra candidata democratica Hillary Clinton, ex first lady e senatrice dello Stato di New York.

Contro i pronostici iniziali, il 3 giugno 2008 Obama ha ottenuto la nomination democratica, divenendo il primo nero a correre per la Casa Bianca.
L'investitura ufficiale è avvenuta durante la convention del partito tanutasi a Denver tra il 25-28 agosto, nella quale Obama ha scelto per il ruolo di candidato alla Vicepresidenza degli Stati Uniti il senatore democratico Joe Biden.
Obama ha festeggiato andando a fare una partita di basket, la sua grande passione.

Non riuscì da giovane a realizzare il sogno di diventare un giocatore professionista, ha realizzato quello di diventare il primo Presidente nero degli Stati Uniti.