martedì 28 dicembre 2010

Dandy - il Dandismo - cosa collega sir Percy Blakeney, Henri de Marsay e Andrea Sperelli... Brummell, Wilde, D'annunzio, Franz Liszt...





Il dandy (conosciuto anche come beau o gallant) è un uomo che assegna una particolare importanza all'apparenza fisica, al linguaggio raffinato, agli hobby lussuriosi, trasformando l'apparenza e la nonchalance in un culto del Sé.   
Storicamente il dandismo, movimento dandy o daddinismo, fu un movimento culturale inglese che si sviluppò soprattutto tra la fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX secolo: George Bryan Brummell, conosciuto anche come Beau Brummell (Londra, 7 giugno 1778 – Caen, 30 marzo 1840), è considerato il primo dandy, o comunque colui che rappresentò meglio il dandismo.
Un dandy era una sorta di "self-made man", spesso dedito ad imitare unostile di vita aristocratico pur provenendo dalla classe media.
La moderna pratica del dandismo apparve nel rivoluzionario 1790 sia a Londra che a Parigi.
La cultura dandy fu accompagnata da molto scetticismo, talvolta così estremo che lo scrittore George Meredith, una volta definì il "cinismo"come un dandismo intellettuale; tuttavia, la Primula Rossa (the Scarlet Pimpernel) della Baronessa Emmuska Orczy, fu uno dei grandi capolavori dandies della letteratura, con un ricco dandy inglese, sir Percy Blakeney, uomo ozioso e svogliato, che è in realtà un eroe senza macchia e senza paura conosciuto come la Primula Rossa, che lotta per salvare dalla ghigliottina i nobili francesi condannati dal regime del Terrore.

Thomas Carlyle  nel suo libro Sartor Resartus (Il sarto rappezzato), scrisse che un dandy era non altro che un "uomo che indossa vestiti".
Honoré de Balzac introdusse il mondano e insensibile Henri de Marsay in La fille aux yeux d'or (La ragazza dagli occhi d'oro, 1835), una parte della  Commedia umana (La Comédie humaine), che risponde ai requisiti del perfetto dandy, fino ad un inseguimento ossessivo dell'amore che sfocia in una passionale e omicida gelosia.
Charles Baudelaire, nella fase metafisica del dandismo, definì il dandy come colui che elava l'estetica ad un modo di vivere religioso, e che con il suo modo di vivere rimprovera il cittadino reponsabile della classemedia.
Il dandy amava stupire, provocare: il collegamento tra il modo di vestire e la protesta politica era diventato una caratteristica peculiare in Inghilterra durante il 18-esimo secolo.
Con queste connotazioni, il dandismo può essere visto come una protesta politica contro l'ascesa dei principi di livellamento egualitario, spesso connotato di riferimenti nostalgici ai valori feudali e pre-industriali, come l'idea del "perfetto gentiluomo".
Paradossalmente il successo di Oscar Wilde and Lord Byron, semplifica il ruolo del dandy nella sfera pubblica: entrambi, come scrittori che personalità pubbliche, furono fonte di gossip e scandalo.
Tra i più importanti dandy italiani vicini al dandismo di Wilde possiamo trovare Gabriele D'Annunzio che identificò come radice del dandismo, già espressa nel Piacere nel personaggio di Andrea Sperelli, il disgusto aristocratico e un disprezzo antidemocratico delle masse.
Un esponente famoso del movimento in Germania fu Franz Liszt.

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