giovedì 17 marzo 2011

Vittorio Emanuele II e Garibaldi a Teano, il 26 ottobre 1860 - olio di Sebastiano De Albertis - Da Teano a Marsala: "Roma o morte!".



L'incontro tra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi del 26 ottobre 1860 concluse la spedizione dei Mille.
Il Re di Sardegna Vittorio Emanuele II aveva occupato i territori pontifici delle Marche e dell'Umbria e andava incontro a Garibaldi che stava risalendo da sud dopo aver sconfitto l'ultima resistenza borbonica nella battaglia di Volturno e aver completato la conquista del Regno delle Due Sicilie.
Il Re voleva impedire che la spedizione di Garibaldi proseguisse fino a Roma, soprattutto perchè temeva che ciò avrebbe provocato l'intervento di Napoleone III.



Nell'incontro del 26 ottobre Garibaldi salutò Vittorio Emanuele come Re d'Italia, rifiutando titoli e onori, ma ottendendo che i volontari garibaldini entrassero nell'esercito regolare sardo con il medesimo grado rivestito nella spedizione; la fusione dei garibaldini nell'esercito avvenne nel 1862.
L'eroe dei due mondi aderì dunque alla politica di casa Savoia deludendo le aspettative delle forze democratiche che auspicavano una repubblica meridionale protesa alla conquista di Roma,
e si ritirò poi a Caprera; portò comunque avanti un programma di lotta per Roma capitale.
Il 27 giugno del 1862 Garibaldi sbarcò a Palermo; poi da Marsala, il 20 luglio, innalzò il grido famoso "Roma o morte!".

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