Dead Man Walking (Uomo morto che cammina) è un film che parla della pena di morte, facendoci vivere dall'interno l'atrocità,la freddezza, l'angoscia che si respira all'interno del "braccio della morte" di un carcere americano.
Il film si basa su un libro che porta lo stesso nome.
Protagonista del film è una suora laica cattolica, Helen Prejean (interpretata da Susan Sarandon), che accetta il ruolo di assistente spiritale di un condannato a morte di nome Matthew, interpretato da Sean Penn.
Il film concilia il senso di pietà e di giustizia di Helen, con la capacità di pentirsi di Metthew e ci fa capire che nessun tipo di morte sia giusta, ne' quella della vittima nè quella del colpevole.
La frase "Dead Man Walking" (Uomo morto che cammina) è la frase che urlano i secondini quando accompagnano il condannato a morte nella sala dell'esecuzione.
La freddezza del rituale, dall'ultimo pasto, all'ultima confessione, fino all'ultimo tragico viaggio verso la morte, evidenzia quanto sia altrettanto spietata questo tipo di giustizia, così fredda, lucida e implacabile, rispetto al crimine che viene punito.
Colpiscono i visi dei parenti della vittima, che assistono alla morte dell'assasino del loro caro: la sete di vendetta che si placa, ma che assomiglia ad una sconfitta per l'essere umano.
E ci si accorge che il condannato, adesso sinceramente pentito, non è più la persona che aveva commesso quel crimine: è una persona che ha fatto un percorso meditativo e spirituale, un uomo cambiato nella sua essenza.
Certamente si sta uccidendo lo stesso corpo che aveva commesso materialmente il crimine, ma adesso abbiamo di fronte un uomo diverso, cambiato: e allora "occhio per occhio, dente per dente", è in realtà un altro omicidio, che non risolve nulla, accrescendo nello spettatore il senso di impotenza e di vuoto.
Regia magistrale e una grande interpretazione; il film è stato candidato a quattro premi oscar,e Susan Sarandon ha vinto il premio come migliore attrice.
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