Ce lo ricordiamo bene, noi romanisti, l'arbitro Salvatore Racalbuto, quello di Roma-Juventus 1-2; l'arbitro dal sorriso beffardo che in un Cagliari-Juventus riuscì ad indignare perfino un campione di sportività come Gianfranco Zola e che fece dichiarare al Presidente cagliaritano Cellino: "I giocatori mi hanno detto che sono stati aggrediti verbalmente dall'arbitro Racalbuto".
Racalbuto era infatti forte con i deboli e debole con i forti: affetto da sudditanza verso i grandi, trattava spesso male, a volte senza rispetto, i giocatori delle squadre medio-piccole soprattutto quando queste si trovavano al cospetto delle big.
Era severo con i giocatori meno importanti, mentre ricordo che nel primo tempo di un Milan-Juventus 1-1 (1/11/2003) non sventolò neppure un cartellino giallo, nonostante i calciatori delle due squadre se le fossero date di santa ragione durante tutti i primi 45 minuti; vedevo lui in balia dei giocatori che vagava per il campo con il suo "affabile sorriso" cercando di calmare gli animi come chi fa da paciere durante una rissa in un bar.
Però nessuna sanzione per i calciatori delle due big: d'altronde i cartellini gialli pesano, si va in diffida, meglio non indisporre i dirigenti delle superpotenze calcistiche.
E allora il buon Racalbuto, che non era nemmeno arbitro internazionale, si ritrovava spesso ad arbitrare gare importanti; ideale soprattutto quando una big era impegnata in una trasferta insidiosa sul campo di una piccola.
Ricordiamo bene noi romanisti anche un Roma-Inter 2-2 della stagione 2002-2003, Fabio Capello sulla panchina giallorossa, in cui il buon Racalbuto fischiò a senso unico pilotando un pareggio che fece imbufalire Cristian Panucci e portò oltre 3000 tifosi romanisti a protestare sotto la sede della FIGC.
E' rimasta nella storia la colorita radiocronaca di Carlo Zampa che "criticava" l'operato dell'arbitro.
Persino Fabio Capello, che di lì a pochi anni si sarebbe trasferito alla corte di Moggi, dopo quella gara dichiarò in conferenza stampa: "Aveva ragione Sensi" pensando alla frase del presidente giallorosso sulla "associazione a delinquere".
Non so quali siano le colpe e le responsabilià penali, non spetta a noi giudicare l'operato della magistratura, ma sicuramente quella di ieri a Napoli è una sentenza che rende un pò di giustizia delle risatine e del comportamento di un arbitro, non l'unico certamente, ma un simbolo della regola non scritta , nel calcio come nella vita: "la legge forse è uguale per tutti, ma la sua applicazione no: spesso sono proprio i potenti, quelli che ne avrebbero meno bisogno, ad essere i più tutelati!"Carissimo signore dal caustico sorriso, ci hai fatto tanto arrabbiare; ma sempre ride bene chi ride ultimo...
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