sabato 30 aprile 2011

A GIOVANNI PAOLO II - Amedeo Minghi - Un uomo venuto da molto lontano



Un Uomo venuto da molto lontano

Un Uomo venuto da molto lontano.
Negli occhi il ricordo
dei campi di grano.
Il vento di Auschwitz portava nel cuore,
e intanto Scriveva poesie d'amore.
Amore, che nasce dal cuore dell'uomo,
per ogni altro uomo.
 
Un Uomo venuto da molto lontano.
Stringeva il dolore
ed un libro nella mano.
Qualcuno ha sparato
ed io quel giorno ho pianto:
ma tutto il mondo Gli è rimasto accanto.
Quel giorno, il mondo ha ritrovato il cuore,
la verità non muore.

Un uomo che parte vestito di bianco
Per mille paesi, non sembra mai stanco
Ma dentro i suoi occhi un dolore profondo
Vedere il cammino diverso del mondo
La guerra e la gente che cambia il suo cuore
La verità che muore.
 
Và,
dolce Grande Uomo và,
và parla della Libertà.
Và dove la guerra , fame
e povertà hanno ucciso anche la dignità.
Và e ricorda a questo cuore mio...
..Che Caino sono pure io.
Dall'Est è arrivato il primo squillo di tromba:
il mondo si ferma,
c'è qualcosa che cambia!
 
Un popolo grida:
" Noi vogliamo DIO,
la libertà è solo un dono Suo"
Tu apri le braccia e
incoraggi i Figli ad essere Fratelli.
 
Và, dolce Grande Uomo và..
Và, parla della Libertà.
Và, dove l'uomo ha per sorella
solo lebbra e mosche sulle labbra.
Và, e ricorda a questo cuore mio,
(Coro)
...Che Caino sono pure io.


(Amedeo Minghi)

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