L'abolizione delle Province è un cavallo di battaglia bipartisan di molte forze politiche, parlamentari, associazioni e movimenti civili, un elemento simbolico (e non solo) nella lotta allo spreco e nel proposito di alleggerire un pò l'apparato burocratico in Italia.
Che sia la volta buona? Non cantiamo ancora vittoria, sappiamo come funzionano le cose nel Bel Paese; ci saranno resistenze di ogni tipo, barricate e "discese in piazza", però quello di oggi è un grande passo avanti verso una delle riforme dello Stato che trova più consensi tra i cittadini.
Che sia la volta buona? Non cantiamo ancora vittoria, sappiamo come funzionano le cose nel Bel Paese; ci saranno resistenze di ogni tipo, barricate e "discese in piazza", però quello di oggi è un grande passo avanti verso una delle riforme dello Stato che trova più consensi tra i cittadini.
- Il vincolo del pareggio di bilancio;
- il trasferimento delle competenze dalle Province alle Regioni.
Come era ovvio aspettarsi sono già arrivati i primi pareri contrari al disegno di legge costituzionale: si sono già espressi negativamente il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, il quale ritiene che "il sistema istituzionale debba essere riformato nel suo insieme", e naturalmente il Presidente dell'Unione delle province italiane, Giuseppe Castiglione, che ha annunciato "la convocazione dei presidenti delle Province, dei presidenti dei Consigli provinciali" e il proposito "di incontrare i segretari di partito".
Secondo Castiglione, infatti, la soppressione delle Province determinerebbe addirittura un aumento del costo dei servizi nel Paese!
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