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mercoledì 16 luglio 2008
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sabato 12 luglio 2008
Rospo o Principe Azzurro? Bufo, bufonifi e bufotossina
Vi ricordate le bellissime favole che ci raccontavano da bambini?
Da sempre il folklore di questi racconti vuole che la principessa trovi il suo principe azzurro in un rospo, che dopo un bacio assume le sembianze di un fiero, bellissimo e coraggioso nobile (magari biondo e con gli occhi azzurri). Sadicamente proveremo a sfatare questo mito!
Alcune specie di rospo utilizzano una tecnica di difesa molto particolare: secernono un liquido tossico e molto sgradevole al gusto, in grado di allontanare diversi predatori.
Nello specifico, la famiglia dei Bufonidi raccoglie circa 250 tipi di rospi che secernono una particolare tossina: la bufotossina.
Essa comprende un insieme di sostanze prodotte dal rospo, tra cui massicce dosi di adrenalina, epinefrina e serotonina, che per noi esseri umani hanno un forte potere allucinogeno
Il loro effetto è moto simile a quello prodotto dall' anfetamina.Il rospo che produce la maggior quantità di questa sostanza si chiama Bufo
Avrete già capito dove sto andando a parare: a causa del potere allucinogeno della bufotossina la principessa si convince del principe azzurro e della sua esistenza; in realtà, continua ad appassionarsi ad un rospo, che rospo rimane.
lunedì 7 luglio 2008
Antony De Mello - Frasi and aforimi - meditazione e pensiero
"Mi sento bene perché il mondo va bene". Sbagliato! Il mondo va bene perché io mi sento bene.
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Chiedi a una persona serena: "Perché sei felice?", e lei ti risponderà: "Perché no?".
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Quando ascolti, cerchi solo conferma di ciò che già pensi? O ascolti per scoprire qualcosa di nuovo?
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È sbagliato pensare di poter raggiungere e afferrare la felicità. La felicità non si può conseguire in se stessa perché non è un oggetto ma un cammino.
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La tua felicità non può dipendere dal giudizio della gente.
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Ben presto ti stancherai di un'emozione, mentre la vera gioia non stanca mai.
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Noi siamo circondati da gioia, felicità, amore. Ma la maggior parte della gente non ne ha la più pallida idea.
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Ogni grande idea è partita da una minoranza costituita da una persona.
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La pace è un dono. Non possiamo produrla, possiamo solo disporre i nostri cuori a riceverla.
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L'ultimo approdo della conoscenza è sapere che non sappiamo.
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La verità non si trova mai nei lunghi ragionamenti. Si scopre all'improvviso
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Non guardare alle cose attraverso il filtro dei tuoi concetti: ogni cosa diventerà unica, autentica, e non ti annoierai mai.
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Impara dagli animali, che sanno sempre cosa è bene per loro e non degenerano mai in comportamenti dannosi per sé stessi e i propri simili.
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Se non ti importa di essere ricco e famoso, non avrai paura di nulla, perché sarai più che soddisfatto di non essere nessuno.
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La vita è meravigliosa. Diventa dura a causa delle vostre illusioni, ambizioni e avidità.
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Vuoi essere felice? Accetta il fatto che la vera felicità non ha una causa precisa.
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La ricerca della felicità è talvolta la felicità stessa.
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Non è sempre amore ciò che sembra esserlo.
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venerdì 4 luglio 2008
Natuzza Evolo, la mistica che parla con l'Aldilà
Straordinario e spettacolare è il caso di Fortunata Evolo,
un'abitante, ormai ottantenne, di un paesino calabro, Paravati di Mileto (CZ).
Questa donna, nata il 23 agosto 1924 a Paravati, un paesino di tremila abitanti nella nuova provincia calabrese di Vibo Valentia, soprannominata da sempre "Natuzza", proprio come Padre Pio presenta quelle particolari piaghe sanguinanti su mani, piedi e costato.
Ma Natuzza, in quanto a spettacolarità, batte di gran lunga il Santo Padre Pio: le sue non sono "semplici" stigmate ma, durante il sanguinamento che avviene nei giorni di quaresima, sono in grado di far comparire tracce di una vera e propria scrittura su un panno che vi sia eventualmente posto sopra; inoltre, sulle sue ginocchia appaiono strane immagini e volti umani.
Cresciuta in povertà, il padre è partito per l'Agentina senza tornare più, Natuzza non è andata a scuola perciò è analfabeta.
Quando riceve la prima Comunione, si accorge che la sua bocca si riempie di sangue; lei lo inghiotte, pensa di "aver mangiato" Gesù e di aver fatto peccato, ma ha paura di dirlo al sacerdote e torna a casa contrita.
Verso la fine del 1938, Natuzza va a servizio nella casa dell'avvocato Silvio Colloca a Mileto; un pomeriggio, quando la signora Alba Colloca offre il caffè ad alcuni ospiti, Natuzza le chiede come mai non lo avesse dato anche al sacerdote. «Scusa, quale sacerdote?» «Quello seduto con gli altri due signori» le risponde Natuzza.
La signora torna in salotto, riferisce l'episodio e uno dei due ospiti racconta che suo fratello, morto da anni, era prete. Natuzza comincia a descriverlo alla perfezione. Era lui!
All'età di quindici anni, tornata a casa Colloca dopo aver ricevuto la Cresima, si accorge che la maglietta è bagnata.
La toglie e scopre che si è formata una grande croce di sangue.
Come molti mistici, Natuzza non vanta guarigioni miracolose ma si presenta solo come intermediaria tra gli uomini e Dio, il quale le parla tramite il suo angelo custode. Ogni anno, moltissimi pellegrini si recano al suo paese per ottenere da lei verifica sulla bontà di diagnosi mediche e per chiedere consiglio su dove eventualmente andare a curarsi.
La signora Natuzza, dietro suggerimento del suo angelo, verifica le diagnosi fatte in precedenza dai medici e invia i "pazienti" pellegrini presso diverse città per la terapia.
Un aspetto importante della sua fenomenologia mistica è il contatto perenne che Natuzza ha con il mondo dei morti; raccoglie messaggi da quelle che lei definisce le anime del Purgatorio e del Paradiso e che vanno spontaneamente a trovarla; i messaggi sono ovviamente espressi per i parenti ancora in vita delle anime.
Su sua ispirazione si è costituita nel 1987 un'associazione (poi diventata fondazione, presso cui Natuzza vive attualmente) con l'obiettivo di creare a Paravati un complesso che inglobi un santuario mariano e strutture per
l'assistenza medica e centri per giovani, anziani, disabili, tra cui, già realizzati, il centro anziani "Pasquale Colloca"
e quello per i servizi alla persona "San Francesco di Paola".