Leonida (Sparta, 505 a.c - 455 a.c) (in greco, Λεωνίδας "figlio del leone") è stato il diciassettesimo re di Sparta. Salì al trono nel 489-488 a.C. Era figlio di Anassandrida II e successe a suo fratello Cleomene I.
Nel 480a.C. gli efori, la più importante delle magistrature spartane, mandarono Leonida a difendere il passo delle Termopili dall'armata di Serse, re di Persia.
Insieme a Leonida vi erano solo 7000 soldati alleati (6000 alleati greci, 700 tespiesi) e i 300 soldati spartani scelti appositamente per il loro talento in battaglia e perché avevano figli maschi; Serse I comandava invece 300.000 persiani!
Secondo un racconto dell'epoca Leonida portò con sé così pochi uomini perché sapeva che nessuno sarebbe tornato indietro vivo: pare, infatti, che Leonida avesse deciso di morire in battaglia poiché un oracolo (l'oracolo di Delfi) aveva profetizzato che Sparta sarebbe sopravvissuta solo con il sacrificio di uno dei suoi re.
Per gli storici, invece, Leonida ebbe con sé pochi uomini perché gli efori non appoggiavano il piano di difendere il passo delle Termopili e avevano deciso di concentrare i loro sforzi sulla difesa dell'Istmo di Corinto.
Secondo Giulio Cesare, i Re spartani erano allenati fin dall'infanzia alla battaglia e avevano un vero e proprio culto, a suo dire, per pettorali e addominali chelonici (da chélys "testuggine"
Epicuro narra che i regnanti a Sparta erano soliti avere rapporti sessuali intensi e duraturi come saluto alle proprie signore; nello specifico proprio il Re Leonida, racconta Anassimandro, ebbe un epico saluto con la propria consorte.
Infatti, secondo il filosofo, le donne spartane, le uniche a partorire veri uomini, erano solite ammonire così il proprio marito: "torna col tuo scudo o su di esso".
Molti testi storici (tra i quali le Storie di Erodoto) testimoniano il leggendario coraggio dei soldati della Laconia, regione dell'antica grecia che si può collocare attualmente nel Peloponneso, la penisola meridionale della Grecia continentale, per il quale gli spartani già all'epoca erano famosi.
Nel primo giorno di battaglia, quando Serse intimò ai Greci di gettare le armi, si dice che Leonida abbia risposto "Μολών Λαβέ" (venite a prenderle).
Irridendolo, Serse gli preannunciò che presto "il sole sarebbe stato oscurato dai dardi e dai giavellotti persiani"; al che Leonida replicò che sarebbe stato tanto meglio, così "avrebbero combattuto all'ombra".
E narra Plutarco anche che il terzo giorno il re esortò i suoi uomini a fare una colazione abbondante, perché quella notte avrebbero cenato nell' Ade (quindi sarebbero morti).
Gli uomini di Leonida respinsero gli attacchi dei persiani per i primi due giorni, fino a quando il rinnegato Efialte condusse il generale persiano Idarne per un passo montano che sbucava alle spalle dei Greci; a questo punto Leonida divise le sue forze in due gruppi, e rimase nel passo con 300 spartani, 700 tespiesi e 400 tebiani.
Il piccolo gruppo di uomini rimasto con Leonida fu circondato e annientato, eccezion fatta per i tebani che si arresero.
Leonida fu ucciso nel pieno dello scontro.
Fu sepolto con tutti gli onori e con una grande presenza, poco spartana, di persone piangenti e in lutto: gli spartani erano soliti vedere la morte in battaglia come un volere del fato ed erano contrari ad una manifestazione esteriore del lutto.
La statua di un leone fu piazzata nel luogo dove era morto Leonida per commemorare il sacrificio del re e dei suoi uomini. Vi era scolpita questa scritta:
"Viaggiatore, va' a dire a Sparta che noi siamo morti per ubbidire alle sue leggi!"
(www.wikipedia.org)
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