ROMA - E' stato trovato quello che può essere identificato come il 'lupercale', la grotta-santuario dove, secondo la leggenda, la lupa allattò Romolo e Remo, i fondatori di Roma.
La scoperta è stata annunciata dal ministro dei Beni e delle Attività Culturali Francesco Rutelli, che ha indicato il sito dove nell'estate scorsa una sonda è penetrata in un foro di una volta sette metri sotto il livello di calpestio scattando alcune foto della struttura sepolta nel colle Palatino.
La cupola nascosta da quasi duemila anni, si trova adiacente le mura della dimora di Augusto, in un avvallamento e in un'area mai esplorata, compresa tra il tempio di Apollo e la chiesa di Sant'Anastasia.
La struttura è a forma di ninfeo e sembra essere una grotta in parte naturale e in parte artificiale, alta circa 9 metri e con un diametro di 7,5. Il pavimento della grotta si trova a oltre 16 metri sotto il livello di calpestio. Al centro della volta ornata da marmi di vari colori compare una grande aquila bianca, il cui significato simbolico deve ancora essere interpretato. Rutelli ha sottolineato l'importanza della scoperta: "L'Italia e Roma non finiscono mai di stupire il mondo con continue scoperte archeologiche ed artistiche ed è incredibile pensare che possa essere stato trovato un luogo mitologico, oggi diventato finalmente reale".
Ci sarà da lavorare, secondo gli archeologi, molto per portare a termine il complesso compito di liberare l'intera grotta dai detriti, sempre se non verranno trovate altre costruzioni.
I primi sondaggi sono stati effettuati un paio di anni fa, come spiega il soprintendente per i beni archeologici di Roma Angelo Bottini. "Allora non sapevamo davanti a cosa ci trovavamo ma - ha detto - studi successivi hanno messo in evidenza la coincidenza delle fonti letterarie antiche con il luogo in cui eravamo. Tra luglio e agosto scorsi abbiamo potuto scattare alcune foto di parte della grotta con il laser scanner grazie a un foro nella volta della cupola causato da un precedente crollo ".
Rutelli ha annunciato che il 10 dicembre prossimo saranno presentati i lavori ultimati presso la casa di Augusto e che tutto il complesso dove dimorava il primo imperatore romano sarà aperto al pubblico per l'inizio del 2008.
"Questa scoperta di enorme importanza scientifica - ha commentato il sindaco di Roma Walter Veltroni - è la dimostrazione di quali tesori la nostra città ancora preservi e quanto sia possibile ancora ottenere da quel lavoro quotidiano fatto di passione, professionalità e impegno, che ha consentito agli archeologi delle sovrintendenze. di portare alla lice e consegnare non solo alla città ma al mondo intero un luogo tra i più sacri della Roma antica".
(http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_44873592.html)
mercoledì 21 novembre 2007
lunedì 5 novembre 2007
Ciao "barone" - Niels Liedholm - di Francesco Fagioli
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Egregius
Ci sono tanti racconti, tanti immagini e tanti personaggi che accendono le fantasie dei piccoli.
Tra questi personaggi c'era un "grande nonno", che ammiravo con l'ingenuità e la dolcezza che solo la sincerità di un bambino sa esprimere.
La passione per una squadra di calcio, si dice, nasce da piccoli quando ci si innamora di quei personaggi impressi negli album della Panini, quando con gli "amichetti" di scuola si gioca e si fantastica immaginando di essere uno di quei "miti".
Avevo appena 5 anni e 8 mesi di vita quando improvvisamente la mia città esplose in una gioia fragorosa e si colorò di giallorosso; la Roma aveva vinto, dopo un'attesa di 41 anni, il suo secondo, sospirato, scudetto!
Uno scudetto che portava l'immagine di tanti campioni che per noi bambini divennero subito personaggi "mitologici"; portava il nome di "Marazico", Bruno Conti, del "bomber", Roberto Pruzzo, del grande Capitano, Agostino di Bartolomei, del "divino", Paulo Roberto Falcao.
E su tutti questi personaggi spiccava la figura di colui che li guidava, li istruiva, sembrava esserne "il grande nonno".
Costui era il "barone", l'allenatore dello scudetto, il grande Niels Liedholm.
Oggi Niels Liedholm ci ha lasciato all'età di 85 anni e la notizia ha impresso nel mio animo un forte sentimento di nostalgia e di gratitudine...
La nostalgia per gli anni in cui la vita sembrava essere solo un gioco, per gli anni in cui i sogni e le emozioni dominavano su qualsiasi forma di calcolo e utilitarismo, per l'età nella quale mi addormentavo con il sorriso e gli occhi lucidi pensando a quei "miti" che sapevano accendere la mia fantasia e regalarmi quelle gioie così semplici e spontanee.
La gratitudine verso colui che ha contribuito ad accendere una passione che non ha mai smesso di emozionarmi anche ora che sono grande; verso colui che, insieme al compianto Presidente Dino Viola, ha saputo rendere grande la Roma e, come dice una canzone, rendere "uno stadio un re!"; verso colui che era "il condottiero" dei miei "miti"e che ha saputo trasformare quella grande squadra in una leggenda!
Questa sera, prima di addormentarmi, ti dedicherò un pensiero, grande mister Niels Liedholm; lo farò attingendo a quei ricordi ed a quelle immagini catturate dagli occhi di quel bambino...
Tra questi personaggi c'era un "grande nonno", che ammiravo con l'ingenuità e la dolcezza che solo la sincerità di un bambino sa esprimere.
La passione per una squadra di calcio, si dice, nasce da piccoli quando ci si innamora di quei personaggi impressi negli album della Panini, quando con gli "amichetti" di scuola si gioca e si fantastica immaginando di essere uno di quei "miti".
Avevo appena 5 anni e 8 mesi di vita quando improvvisamente la mia città esplose in una gioia fragorosa e si colorò di giallorosso; la Roma aveva vinto, dopo un'attesa di 41 anni, il suo secondo, sospirato, scudetto!
Uno scudetto che portava l'immagine di tanti campioni che per noi bambini divennero subito personaggi "mitologici"; portava il nome di "Marazico", Bruno Conti, del "bomber", Roberto Pruzzo, del grande Capitano, Agostino di Bartolomei, del "divino", Paulo Roberto Falcao.
E su tutti questi personaggi spiccava la figura di colui che li guidava, li istruiva, sembrava esserne "il grande nonno".
Costui era il "barone", l'allenatore dello scudetto, il grande Niels Liedholm.
Oggi Niels Liedholm ci ha lasciato all'età di 85 anni e la notizia ha impresso nel mio animo un forte sentimento di nostalgia e di gratitudine...
La nostalgia per gli anni in cui la vita sembrava essere solo un gioco, per gli anni in cui i sogni e le emozioni dominavano su qualsiasi forma di calcolo e utilitarismo, per l'età nella quale mi addormentavo con il sorriso e gli occhi lucidi pensando a quei "miti" che sapevano accendere la mia fantasia e regalarmi quelle gioie così semplici e spontanee.
La gratitudine verso colui che ha contribuito ad accendere una passione che non ha mai smesso di emozionarmi anche ora che sono grande; verso colui che, insieme al compianto Presidente Dino Viola, ha saputo rendere grande la Roma e, come dice una canzone, rendere "uno stadio un re!"; verso colui che era "il condottiero" dei miei "miti"e che ha saputo trasformare quella grande squadra in una leggenda!
Questa sera, prima di addormentarmi, ti dedicherò un pensiero, grande mister Niels Liedholm; lo farò attingendo a quei ricordi ed a quelle immagini catturate dagli occhi di quel bambino...
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